martedì 12 aprile 2011

Famiglie al palo .... cosa fare ?

Redditi in ripresa ma gli italiani non riescono più a risparmiare.
La prossima Amministrazione di Latina, perchè non costituisce un "Assessorato alla famiglia" ?

Di seguito riportiamo alcuni dati statistici, ripresi da un editoriale del quotidiano "La Discussione". Anche nel nostro territorio prvinciale la crisi economica si sta facendo "sentire" colpendo le fasce più deboli, in particolare anziani famiglie pensionate. Le Associazioni devono trovare una soluzione e cercare di affiancare le Istituzioni. A Latina siamo alla vigilia delle elezionmi amministrative.....speriamo che i futuri "amministratori" prendano coscenza della reale situazione ed intervengano. Ad oggi tutti i "proclami" elettorali guardano altrove. Perchè non progettare e istituire un apposito Assessorato alla famiglia ?

Ivan Simeone



da "La Discussione"

La crisi continua a colpire le famiglie, tanto che nonostante una ripresa del reddito non riescono a risparmiare. L’Istat offre un quadro del 2010 che dà il polso di questa nuova fase della recessione, ormai quasi stagflazione, con consumi al palo, inflazione galoppante e calo del potere d’acquisto di salari e pensioni.
Il reddito delle famiglie nel 2010 ha registrato un aumento dello 0,9 per cento su base annua dopo la caduta segnata nell’anno precedente. Ma l’Istat precisa che si tratta del reddito lordo disponibile, cioè l’ammontare di risorse correnti destinate al consumo e al risparmio. L’anno scorso infatti il potere d’acquisto delle famiglie, cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali, è calato dello 0,6 per cento su base annua. L’attuale riduzione segue la forte contrazione registrata nel 2009: -3,1 per cento di potere d’acquisto. Tuttavia, negli ultimi mesi del 2010 c’è stato qualche segnale di recupero. Nel quarto trimestre il potere d'acquisto è salito, infatti, dello 0,8 per cento rispetto al trimestre precedente, tornando sui livelli registrati alla fine del 2009. Anche se a livello tendenziale resta lo stallo, con l’Istituto di statistica che segna una variazione nulla.

Sempre nel 2010 la propensione al risparmio delle famiglie, definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile, si è attestata al 12,1 per cento, registrando una diminuzione di 1,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. In particolare, nel quarto trimestre la propensione al risparmio delle famiglie, calcolata sui dati destagionalizzati, è stata pari al 12,4 per cento, superiore di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, ma inferiore di 0,8 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2009.
Sul fronte dei consumi, l’anno scorso la spesa delle famiglie per consumi finali è aumentata, rispetto al 2009, del 2,5 per cento. L’Istat spiega che, quindi, nella media dello scorso anno la riduzione della propensione al consumo degli italiani è la conseguenza di un aumento delle uscite superiore a quello segnato dal reddito lordo disponibile (+0,9 per cento). Nell’ultimo trimestre del 2010, invece, la crescita del reddito disponibile rispetto al trimestre precedente (+1,4 per cento) è stata superiore a quella registrata dalla spesa per consumi (+0,8 per cento), il che ha determinato l’aumento congiunturale del tasso di risparmio. Tuttavia, a livello tendenziale, sempre con riferimento all’ultimo trimestre del 2010, la crescita delle uscite (+2,9 per cento) resta più elevata a confronto con quella del reddito (+2 per cento).
Ottimista il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «Si tratta ancora una volta, in un contesto che è stato e rimane difficile per molte famiglie italiana, di leggere la tendenza positiva al miglioramento anche allo scopo di alimentare ulteriormente quelle aspettative che sono sempre elemento importante della crescita economica». Per il titolare del Lavoro, «la fiducia nel futuro rimane comunque innanzitutto figlia della stabilità per cui è doveroso diffidare di tutte le proposte che si risolvono nella spesa in disavanzo. Il reddito può crescere solo collegando salari e occupazione alla maggiore efficienza e redditività delle imprese». Di tutt’altro parere le opposizioni, che criticano il governo per non aver messo in campo opportune politiche di rilancio dell’economia né per il mercato del lavoro. Critiche le associazioni dei consumatori, secondo cui i dati Istat sono falsati, perché pensionati e famiglie a rischio di povertà relativa hanno un’inflazione maggiore rispetto alla media e quindi soffrono un calo del potere d’acquisto doppio. Il dato più allarmante è proprio questo: l’incapacità crescente da parte delle famiglie di arrivare a fine mese. I consumi sono in calo da anni, anche quelli alimentari, ricordano le associazioni.

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