giovedì 28 aprile 2011

Cesare Fumagalli: contributo ai lavori del convegno di Latina


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Intervento del Segretario generale della Confartigianato, Cesare Fumagalli, inviato al convegno su "Giovanni Paolo II un uomo nella fede", tenutosi ieri pomeriggio presso la sala convegni della Diocesi di Latina.

Dobbiamo tutti molto al Papa Giovanni Paolo II, al suo insegnamento, alla sua testimonianza personale, al suo “farsi tutti” con la sua sofferenza portata fino in fondo e trasformata in lezione di fede viva e attiva. Il mondo dell’economia e dell’impresa, in particolare, deve molto a Papa Wojtyla, per l’incessante e deciso richiamo alla centralità della persona in ogni contesto, alla necessità di realizzare in ogni ambiente un approccio integrale all’uomo. Se non si mette al centro dello sviluppo la persona e le sue relazioni familiari, anche il nostro lavoro, la nostra azienda finiscono per essere compromessi, per avere un respiro breve, per essere vulnerabile. La persona è il motore; la persona è il luogo della motivazione, dello spirito, della creatività, della forza d’animo, della sfida. La persona è al centro della dottrina cattolica, che a partire dalla Quadragesimo anno fa della sussidiarietà il suo pilastro. Contro il materialismo ed il capitalismo, la Chiesa indica una terza via, fondata sul riconoscimento della diversità e della ricchezza della natura umana, nella finalità di comporre una società ben equilibrata. Ritroviamo così il senso del nostro essere uomini e imprenditori profondamente impegnati nella costruzione del bene comune e di un benessere non effimero. La nostra epoca è caratterizzata da una frammentazione del corpo sociale, che al massimo trova motivo di aggregazione, temporanea e a breve termine, in organizzazioni di difesa dei propri interessi pratici. Si nota, pertanto la sparizione del senso di appartenenza comunitaria, oltre alla perdita dello spirito critico e della capacità di riflessione – distratti dai mass-media. Questo anche in relazione alle necessità di integrarsi e in qualche modo disintegrarsi in quella che è stata chiamata la “Megamacchina” dell’economia mondiale, che fa nascere macroregioni economiche, che genera la globalizzazione, la comunicazione planetaria, la nuova tecnologia, e tutto il resto. Una tale società planetarizzata non è più in grado di preservare la sua autonomia e la sua sovranità: occorre ricostruire il rapporto attivo del singolo con la società. Nell’artigianato e nella piccola impresa l’economia diventa persona e trova così la creatività, la passione e quella ricchezza di umanità che è il primo nome dell’autentico successo. Il nostro capitale è la persona nella sua integralità. Questo “umanesimo” sta alla base del nostro modo di fare impresa, anzi del nostro modo di fare impresa con successo. Questo è il significato profondo dell’insegnamento del Papa Giovanni Paolo e che, al di là delle molte analisi fatte sul suo operato e che lo valorizzano e vivificano, comunque lo rende un insegnamento che è vicino a chi lavora, che è dalla parte non di chi gioca con il denaro, ma di chi vive con la fatica. È un messaggio che parla alla coscienza di tutti, anche di chi è lontano dalla dottrina della Chiesa, perché tocca temi con i quali ognuno di noi è chiamato a confrontarsi quotidianamente. E soprattutto perché riafferma la centralità dell’uomo quale punto di riferimento essenziale di fronte alle grandi sfide dell’economia e della società: la globalizzazione, la finanza, il mercato, il futuro dell’Occidente industrializzato e dei paesi più poveri della Terra. Concludo con una citazione dalle conclusioni di una fondamentale enciclica emanata dal Papa Giovanni Paolo II, la Sollicitudo rei socialis: “Uno sviluppo soltanto economico non è in grado di liberare l'uomo, anzi, al contrario, finisce con l'asservirlo ancora di più. Uno sviluppo, che non comprenda le dimensioni culturali, trascendenti e religiose dell'uomo e della società nella misura in cui non riconosce l'esistenza di tali dimensioni e non orienta ad esse i propri traguardi e priorità, ancor meno contribuisce alla vera liberazione. L'essere umano è totalmente libero solo quando è se stesso, nella pienezza dei suoi diritti e doveri: la stessa cosa si deve dire dell'intera società”.

Cesare Fumagalli

Segretario Generale Confartigianato

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