“Decreto Rilancio”, contributi a fondo perduto per le Pmi
“CLAAI Assimprese Lazio Sud” accompagna le aziende e
le piccole e medie imprese all’accesso al credito e ai finanziamenti agevolati.
Nel “Decreto Rilancio” è prevista una line di interventi a fondo perduto. Di
seguito riportiamo alcune news in merito elaborati dalla Unione Artigiani della
CLAAI di Milano.
Tali aiuti sono riconosciuti a soggetti
“esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo e di reddito
agrario, titolari di partita IVA”, a condizione che l’ammontare del fatturato e
dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi
dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.
Fondi stanziati e
obiettivi della misura
Il decreto, in particolare, mette in campo
6 miliardi per gli indennizzi a favore delle piccole medie imprese e per
gli autonomi che hanno conseguito ricavi o compensi per importi non
superiori a 5 milioni di euro nel 2019 e, appunto, che hanno subito una
riduzione del fatturato del 33%.
Tale misura dovrebbe colmare le criticità
emerse in merito ai finanziamenti a
tassi agevolati con garanzia dello Stato fino a 25mila euro
precedentemente stanziati, implementati in maniera non uniforme e
dall’erogazione tutt’altro che puntuale. Altro problema rilevato, il fatto che
tutte le misure emanate prima del Decreto Rilancio contemplassero un iter
burocratico piuttosto complesso, che ha contribuito a determinare i già
rilevati ritardi.
Aiuti fondo perduto:
come e a chi fare richiesta
Nel caso invece dei contributi a fondo
perduto previsti dal Dl Rilancio, come spiega il testo del decreto per
ottenerli bisognerà presentare domanda all’Agenzia delle Entrate in modalità digitale,
autocertificando la sussistenza dei requisiti previsti. I controlli da
parte dell’Agenzia e della Guardia di Finanza verranno effettuati solo in
seguito, in modo da accorciare i tempi di erogazione.
I beneficiari potranno presentare la
richiesta entro 60 giorni dalla data che sarà comunicata dall’Agenzia
delle Entrate, e la domanda dovrà essere accompagnata dalla autocertificazione
di regolarità antimafia. A quel punto, il contributo verrà erogato tramite accredito
diretto sul conto corrente o postale del beneficiario.
Controlli successivi
all’erogazione
Solo in seguito all’erogazione del
contributo, l’Agenzia delle Entrare comunicherà i dati ricevuti alla Guardia
di Finanza, che li riscontrerà con quelli in possesso dal Ministero
dell’Interno. E se si verificasse che ai beneficiari non spettavano contributi
richiesti, nella loro totalità o in parte, il rischio è quello di incappare
nell’accusa di indebita percezione e truffa ai danni dello Stato.
L’importo erogato sarebbe recuperato e sarebbero applicate le sanzioni previste
dalla legge.
Come calcolare i
contributi
Il parametro da applicare per calcolare
l’ammontare del contributo dipende dall’ammontare dei ricavi o compensi dell’impresa.
Per i richiedenti che contano ricavi o compensi non superiori a 400.000
euro, tale parametro è il 20%; il 15% per i soggetti con
ricavi o compensi superiori a 400.000 euro e fino a 1 milione e,
infine, il 10% per ricavi o compensi oltre 1 milione e fino a 5
milioni.
Una volta ricavata la percentuale, essa
dovrà essere applicata alla differenza tra l’ammontare del fatturato e
dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato e
dei corrispettivi del mese di aprile 2019.
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