sabato 7 marzo 2015

Confartigianato Latina denuncia continua crisi artigianato !



“Confartigianato”: RIACCENDERE I RIFLETTORI SULL’ARTIGIANATO PONTINO !
In due anni chiuse più di 1.000 imprese artigiane in provincia.

Ivan Simeone Direttore provinciale Confartigianato Imprese Latina

Secondo i dati registrati dalla CPA di Latina su fonte infocamere, nella nostra provincia tra il 2013 ed il 2014, sono cessate ben 1.043 ditte artigiane (868 nel 2013 e 175 nel 2014) e, se valutiamo una media (in difetto) di 2 lavoratori ad impresa (la media nazionale è del 2,5 per impresa con punte del 5,28 di media), dobbiamo evidenziare che sono andati persi in soli due anni, nella nostra provincia pontina, oltre 2.000 posti di lavoro a cui bisogna aggiungere oltre 1.000 artigiani.
Sono numeri importanti e gravi che “non fanno notizia” ma che incidono pesantemente sull’economia della nostra provincia, anche tenendo conto che la maggior parte delle ditte artigiane sono a carattere familiare e senza contare tutto l’indotto che viene penalizzato dalla chiusura di tante piccole ditte.

Certamente vi sono anche nuove “aperture” .
Nel 2014, complessivamente, sono nate 146 nuove ditte artigiane e cessate 175 con un saldo negativo di -29; un trend che sta rallentando e che fa ben sperare se solo nel 2013 il saldo negativo provinciale era di -151.
Se poi a questi numeri ci aggiungiamo quelli del commercio, tutto diviene ancor più “pesante”.

Altro dato “interessante” è il posizionamento delle imprese artigiane nel panorama pontino. Nel Comune di Latina abbiamo (dato 2014) 1.951 ditte artigiane con un saldo positivo di + 1, Aprilia registra 1.225 imprese con un saldo positivo +1, mentre maglia nera spetta al Comune di Formia con un saldo negativo di -7 ovvero nel 2014 sono nate 9 nuove ditte e cessate 16 con una presenza di 587 aziende artigiane.
Sono questi se freddi numeri ma che indicano una crisi che necessariamente deve essere affrontata e contenuta.

Certamente la/le responsabilità sono molte e riguardano principalmente un andamento economico nazionale ed oltre. Non è un problema di carattere partitico…destra/sinistra/centro non centra nulla e non bisogna assolutamente strumentalizzare questo problema e queste dinamiche.
Bisogna, invece, in maniera concertata e propositiva che tutti i soggetti preposti (comuni, associazioni datoriali di categoria, mondo politico …) interagiscano per dare vita ad interventi concreti di supporto per arginare questa profonda crisi delle microimprese, maggiormente nel nostro territorio pontino, sono quelle che riescono ancora a drenare.
Bisogna smetterla di pensare al mondo dell’artigianato solamente in termini folcloristici.
Le imprese artigiane sono unità produttive spesso all’avanguardia nell’ambito della produzione. Sono realtà che danno lavoro a migliaia di famiglie.

Altro dato che il mondo politico deve tener presente è che l’artigianato è, di fatto, un “ammortizzatore sociale” indiretto. Molte sono le figure professionali (falegnami, elettricisti, impiantisti….) che “esodati” dalle grandi multinazionali, decidono di aprire una loro personale ditta e continuare a produrre.

Questa è solo la punta di un iceberg su cui bisogna accendere i riflettori. 
Abbiamo la necessità impellente di varare, a livello locale, un piano organico di interventi per arginare questo trend e dare un po’ di respiro e supporto ai tanti piccoli operatori del settore, con fatti concreti.
Confartigianato, nel suo piccolo, qualche cosa cerca di fare, in particolare nell’ambito del credito agevolato con i consorzi fidi, il mondo Artigiancassa e gli Sportelli di servizio attivati.
Facendo una valutazione 2014, possiamo evidenziare che, presso il nmostro Sportello Confartigianato-Artigiancassa di Latina, abbiamo supportato piccole imprese in finanziamenti con importo medio di € 40.000,00 a ditta. Il 50% degli interventi sono stati supportati da confidi di garanzia con un trend in crescita (nel 2012 gli interventi confidi erano di circa il 10%-12%) e per ditte con una media di 4 addetti. Il 20% degli interventi è stato per liquidità, il 40% per scorte, il 20% per investimenti, il 15% per consolidamento e il 5% per debiti verso Enti.
Molti sono i problemi ma, tutti insieme, qualche cosa si potrebbe fare in un’ottica positiva e non di contrapposizione.

Latina 5 marzo 2015

Ivan Simeone
    Direttore

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