domenica 13 settembre 2015

Confartigianato latina: Iniziative urgenti a sostegno delle aziende artigiane pontine.



A margine della tavola rotonda di ieri, Sabato 12 settembre, nell'ambito della Festa dell'Unità del PD di Latina, con le Organizzazioni sindacali e di categoria, di seguito pubblichiamo le riflessioni della "Confartigianato Imprese Latina" sulla situazione delle aziende artigiane e delle piccole imprese familiari, base dell'intervento di ieri.
Ivan Simeone
 "Iniziative urgenti a sostegno
delle aziende artigiane pontine".



Per “ragionare” sulle politiche di sviluppo delle piccole aziende locali, riteniamo essenziale ripartire dallo “Statuto delle Imprese” (legge 180/2011 “Norme per la tutela della libertà d’impresa. Statuto delle Imprese”) e dallo “Small Business Act” europeo. Che, di fatto, al di là dei tanti enunciati, è rimasta lettera morta.

La situazione delle aziende artigiane della nostra provincia è ormai ad un livello di forte e allarmante criticità e necessita di provvedimenti urgenti e concreti, affinchè non si giunga a situazioni di eccezionale gravità, come sta avvenendo in alcune aree del Paese.

I dati e le percentuali dell’andamento congiunturale sono note.

Da sottolineare la grave particolarità della situazione del comparto artigianale che vede l’azienda –il più delle volte- venire garantita con beni personali-familiari dell’imprenditore artigiano, con tutto quello che ne consegue nel momento di difficoltà. Inoltre bisogna tener ben presente che i problemi e le esigenze delle ditte artigianali e delle microimprese sono del tutto differenti da quelle delle PMI e grandi imprese e, conseguentemente, per alcune particolari dinamiche, bisogna operare con azioni differenti.

Per cominciare ad intervenire concretamente, bisogna porre in essere azioni concrete di sostegno e supporto.

In queste dinamiche di rilancio del tessuto economico locale, elemento essenziale è il ruolo dei “corpi intermedi”, delle Associazioni di Categoria, QUELLE MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVE, favorendo una politica che nasca dalle reali esigenze della base, dei cittadini, delle attività produttive locali.

Ma tornando agli interventi da porre in essere, si ritiene necessario di:

  1. Recepire, per quanto compete gli aspetti territoriali, “Statuto delle Imprese”.

  1. Avviare una politica legata al concetto di SUSSIDIARIETA’.

  1. Costituire un apposito strumento per sostenere il settore: una apposita “Agenzia” provinciale e/o Comunale che sia punto di riferimento per gli interventi de il sostegno dell’artigianato e della microimpresa, con particolare attenzione a quella “familiare”.

  1. Credito: mediante apposita convenzione con una o più banche di prossimità, con Confidi, Artigiancassa e Associazioni datoriali, l’ Ente locale può creare un apposito fondo rotativo, finalizzato all’abbattimento del tasso di interesse sui piccoli finanziamenti (es. max 30/40.000,00 euro) a ditte individuali residenti nella nostra provincia e promuovere azioni di “microcredito” vero.

  1. Sportelli SUAP: necessita porre in essere una azione di pressione sui Comuni della nostra provincia, affinchè realmente pongano in essere e facciano funzionare gli sportelli SUAP, anche con apposite visite ispettive. Uno dei problemi che vivono le microimprese è proprio la lentezza burocratica e gli eccessivi personalismi che incorrono durante il disbrigo di pratiche. SUAP, assessorato attività produttive e urbanistica sono i settori che devono essere maggiormente monitorati e resi efficienti. Gli Sportelli SUAP possono essere anche affidati alla Camera di Commercio con appositi protocolli. Questo potrebbe essere un buon deterrente per azioni contrastanti dinamiche corruttive.

  1. Sicurezza: le piccole attività d’impresa sono sommerse dai numerosi corsi ed incombenze cui devono far fronte nell’ambito della sicurezza. Inoltre i soggetti che oggi, di fatto, si muovono in questo settore sono i più disparati e si è creata una vera giungla di operatori tra cui diversi sono quelli borderline. L’ Ente locale (anche tramite una “Agenzia” ), in collaborazione e concertazione con le Associazioni di categoria del settore e gli Organispi Ispettivi, deve fare un po’ di ordine e di monitoraggio. Inoltre è essenziale dare corpo a forme di contributo economico, diretto o indiretto, per ammortizzare parte delle spese che gli artigiani devono sostenere per corsi e attività legate al D. Lgs. 81/08, sempre attraverso accordo-convenzione con le Associazioni di categoria.

  1. Recupero crediti/Bandi:Costituire un servizio di assistenza ed orientamento per il recupero dei crediti, a sostegno delle azioni che vengono poste in essere tramite l’Associazione di categoria. Inoltre un apposito ufficio (l’Agenzia) potrebbe sostenere quelle microimprese che devono partecipare a gare e bandi di ampio respiro.


  1. Lavoro irregolare: in molti comparti produttivi sta dilagando il “lavoro nero”; in particolare nel settore edile e nel campo dell’estetica. Questo fenomeno pone in forte difficoltà quelle imprese regolari che versano le tasse e sono soggette ai tanti obblighi di legge. Le Istituzioni locali, di concerto con le Associazioni di categoria e gli Organismi Ispettivi, dovrebbero porre in essere una azione organica di sensibilizzazione (campagna pubblicitaria, azioni ispettive…) per arginare tale fenomeno che rischia anche di arrecare seri danni all’utenza che si affida, inconsapevolmente, a figure non professionali.


  1. Politica del territorio: porre in essere una attenta politica di sviluppo del territorio. Particolare attenzione al mondo dell’edilizia, favorendo le piccole aziende locali e cercando di sbloccare progetti cantierizzabili, anche utilizzando al meglio le risorse europee. Oggi bisogna favorire una politica edilizia che punti alla riqualificazione del territorio, sviluppo ecosostenibile e favorire la riqualificazione dell’esistente.

  1. Altro punto focale è la formazione dei giovani e il loro rapporto con il mondo delle aziende artigiane. Un esempio guida è la “Piazza dei Mestieri” di Torino ma che sta estendendo questa esperienza in tutta Italia.  Una formazione che non serva ai formatori ma ai nostri giovani e alle nostre aziende.  Dobbiamo ripensare la formazione professionale a Latina e nel territorio.


A monte di tutto, bisogna recuperare quella centralità dei corpi intermedi, delle Associazioni di categoria e sindacali, maggiormente rappresentative e realmente presenti sul territorio (riferimento è la Camera di Commercio) e dare respiro su queste tematiche, ad una politica di concertazione e sussidiaria.



Latina 12 settembre 2015

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