ESTATE - Rilevazione di Confartigianato
Effetto crisi: 7,8 milioni di
italiani
rinunciano alle ferie estive.
In 1 anno le presenze
turistiche
in Italia calano del 6,3%
Quest’anno la crisi costringe 7,8 milioni di italiani
a rinunciare alle vacanze estive e condiziona le ferie di altri 23,3 milioni di
nostri connazionali. Ma anche chi si metterà in viaggio porterà in valigia gli
effetti delle difficoltà economiche.
Alla vigilia dell’esodo, Confartigianato ha
misurato quanto pesa la crisi sull’estate degli italiani e sulle attività
turistiche.
Il 55% dei vacanzieri nostrani ha scelto di
trascorrere la villeggiatura in località italiane, mentre i Paesi europei sono
la meta indicata dal 22% dei nostri connazionali, e l’11% preferisce località
extra-Ue.
Il mare si conferma la destinazione
privilegiata dal 49,3% degli italiani. Seguono le vacanze in montagna, scelte
dal 12,6%, e quelle nelle città di interesse storico e artistico (10,7%).
Ma chi si mette in viaggio deve fare i conti
con il caro-vacanze. Secondo la rilevazione di Confartigianato, tra il 2009 e
il 2013 l’indice dei prezzi dei servizi per le vacanze è aumentato del 15,1%, e
quello dei trasporti addirittura del 21,8%. Più contenuti i rincari dei
pacchetti vacanze (+8,7%) e di alberghi e ristoranti (+6%).
L’impatto dell’inflazione sulle ferie degli
italiani si fa sentire soprattutto per i carburanti che in Italia costano
l’11,9% in più rispetto alla media dell’Eurozona. In particolare, il nostro
Paese ha il record negativo per il prezzo della benzina verde, superiore
dell’8,5% rispetto alla media Ue, e per quello del gasolio auto, superiore del
15,6% rispetto alla media europea.
Su chi parte e su coloro che restano a casa
incombono le incertezze in tema di lavoro e fisco. Il tasso di disoccupazione è arrivato al 12,8%, mai così alto dal 1977.
Per quanto riguarda le tasse, nel corso del 2012 la pressione fiscale ha
registrato una crescita record pari a 1,4 punti di Pil e contemporaneamente il
potere d’acquisto delle famiglie è calato del 4,8%. Tra le voci che hanno
pesato di più sui bilanci delle famiglie vi sono il passaggio da Ici a Imu, che
ha comportato un maggiore esborso di 14,5 miliardi, e l’imposizione fiscale sui
carburanti, aumentata di 5 miliardi tra il 2011 e il 2012.
La crisi ha
influenzato pesantemente i flussi turistici in Italia. Confartigianato rileva
che tra aprile 2012 e marzo 2013 il numero dei clienti, italiani e stranieri,
di strutture ricettive e quello dei pernottamenti sono calati rispettivamente
del 5,7% e del 6,3%. E rispetto ai 12 mesi precedenti, le presenze turistiche
nel nostro Paese sono diminuite del 6%. E, così, l’Italia, nel 2012, si è
classificata soltanto al terzo posto, dopo Francia e Spagna, nella classifica
dei Paesi europei con il maggior numero di presenze turistiche.
A risentirne sono
ovviamente tutte le attività imprenditoriali connesse al turismo, tra le quali
operano 214.441 imprese artigiane, diminuite dello 0,4% tra marzo 2012 e marzo
2013.
“Il turismo – sottolinea il Segretario
Generale di Confartigianato Cesare Fumagalli – è uno dei settori fondamentali
per l’economia del nostro Paese. Non possiamo perdere posizioni anche sul
fronte dell’attrattività turistica. Per questo vanno intensificati gli sforzi
per rilanciare lo sviluppo, rinvigorire i consumi delle famiglie, restituire
competitività alla nostra offerta turistica e valorizzare le eccellenze del
made in Italy che ci hanno resi famosi nel mondo: manifattura, ambiente e
cultura che rappresentano i ‘motori’ della nostra economia”.
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