giovedì 30 dicembre 2021

Intorno al saggio "Un mondo aperto per una buona politica" ....

 Papa Francesco “Populista gesuita”?

No “semplicemente” Cattolico.

 

di Ivan Simeone

Sul quotidiano Il Tempo del 30 dicembre, a firma di Riccardo Manzoni, è stata pubblicata una bella ed interessante presentazione del saggio “Un mondo aperto per una buona politica”, edito da Catagalli a firma Lucio Romano, Vannino Chiti e Paolo Corsini. Certamente un saggio da leggere che analizza l’azione sociale e politica -in senso lato- portata avanti da Papa Bergoglio.

Il titolo dell’articolo è certamente intrigante: “Il Populista gesuita sulle orme di Pèron, Castro e Chavez”; un frullato misto di sensazioni social-populiste in salsa latinoamericana. Certamente titolo ad effetto. Ma ecco che alcune riflessioni sono d’obbligo per chi è attento al sociale ed alla politica, raccogliendo l’invito del Santo Padre a non rimanere alla finestra. In queste teorie ci si richiama ad una “terza via” tra il pensiero e l’analisi marxista e quella capitalista e iperliberista e sembra che tutto sia nuovo e legato all’esperienza culturale di questo nostro Papa argentino, ma di “terza via” se ne è parlato da sempre analizzando e studiando le varie Encicliche sociali della Chiesa cattolica. Già con Giovanni Paolo II nella “Laborem Exercens” -1981- e nella “Centesimus Annus” -1991- è emersa in maniera palese la visione sociale di un grande impegno politico. 

Oggi è Papa Francesco che ripropone con vigore, attualizzando ai nostri tempi ed alle nostre emergenze sociali, un impegno politico pregno di socialità. Basta andarsi a studiare la “Fratelli Tutti” quando parla di “buona politica”, in particolare nel quinto capitolo dedicato a “La migliore politica”, o la stessa “Evangelii Gaudium”, prima esortazione apostolica di Papa Francesco che è il Suo biglietto da visita.

Per comprendere il pensiero sociale del Santo Padre, bisogna andare a rileggerci il saggio “Noi come Cittadini Noi come Popolo” -Edizioni Jaca Book-, nato dal discorso che l’allora Cardinale di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio –siamo nel 2010- fece in occasione dei festeggiamenti dei duecento anni dell’indipendenza dell’Argentina. Un discorso rivolto a tutti i governanti. E’ un saggio importante che fa comprendere appieno la sensibilità politica e sociale del Santo Padre, oggi sempre “tirato per la giacca” ora da questa cordata partitica ora dall’altra, perdendo di vista il grande messaggio di visione e l’indicazione della strada che dovremmo percorrere. Questo saggio è un vero atto di accusa di una mentalità politica corrente che sta mortificando la vera democrazia a favore di oligarchie economiche che, di fatto, sospingono verso un divorzio tra popolo, rappresentanti ed èlite e si guarda ad una “via d’uscita” rappresentata da un recupero della vita democratica partecipata dal popolo, termine caro al Santo Padre, concetto ben differente da “populismo”.

Ecco si vuole andare verso un rinnovamento della politica che deve basarsi principalmente su due concetti chiave, quali “il popolo” e un “nuovo progetto politico integrativo”.

SE Mario Toso, che ha curato la prefazione del saggio “Noi come Cittadini Noi come Popolo”, ha evidenziato come “il rischio della democrazia contemporanea, peraltro già molto ridimensionata sul piano della sovranità nazionale a motivo di processi globali in atto, è quello di fallire i suoi obiettivi di bene comune (…) e di trasformarsi in regime autoritario, in mano a pochi, a vantaggio di pochi”.  SE Toso conclude la prefazione evidenziando la necessità di avere nuovi leader..…”Urgono Leader che sappiano esercitare l’autorità con intelligenza, con ponderatezza e coraggio insieme, e che non abbiano paura dell’innovazione. E’ proprio  da classi dirigenti rinnovate, conclude SE Mario Toso, formate professionalmente e moralmente, che può partire uno stimolo decisivo per attivare un più alto tasso di partecipazione politica”.

Il Messaggio sociale del Santo Padre non possiamo e né dobbiamo racchiuderlo in un angusto spazio ideologico (se ancora esistono le ideologie) volendogli a forza “appiccicargli addosso” una etichetta ben specifica. Il Messaggio di Papa Francesco non è “gesuitico” o terzomondista ma “semplicemente” Cattolico.

lunedì 6 dicembre 2021

News CLAAI Assimprese - Nuove Disposizioni COVID

Regole Covid dal 6 dicembre, controlli e guida per le festività

Riproponiamo una informativa tratta da PMI.IT che riqualifica in modo completo le nuove disposizioni in vigore dal 6 dicembre 2021.

Guida alle nuove regole Covid da lunedì 6 dicembre in zona bianca e in tutta Italia, passaggi di colore in base al monitoraggio ISS e situazione vaccini.

Le nuove regole Covid

Fotografia da "Regione Lombardia"
con il Super Green Pass in zona bianca e l’estensione del Green Pass “semplice” ai mezzi pubblici e gli alberghi, entrano in vigore lunedì 6 dicembre: nel primo caso si protraggono fino al 15 gennaio, nel secondo caso sono permanenti. Nel frattempo, continuano a peggiorare i dati sui contagi, con la provincia di Bolzano che entra in zona gialla affiancando il Friuli Venezia Giulia.

Super Green Pass in zona bianca

Da lunedì 6 dicembre 2021 fino a sabato 15 gennaio 2022 entrano in vigore le nuove regole anti Covid previste per le festività natalizie, che sostanzialmente prevedono il ricorso al Green Pass rafforzato. Su questo unto è intervenuta anche la Circolare del Ministero dell’Interno datata 2 dicembre, che detta le linee guida ai Prefetti per effettuare i controlli.

Le restrizioni Covid sotto le Feste

Per una serie di attività legate alla vita sociale, analogamente a quanto già avviene dal 29 novembre in zona gialla o arancione, non basta più avere la normale Certificazione Verde Covid rilasciata dopo un tampone negativo ma ci vuole il cosiddetto Super Green Pass a seguito di un vaccino o guarigione dal virus Sars-Cov-2. Il documento è obbligatorio nei seguenti casi:

cinema, teatri, spettacoli ed eventi sportivi,

ristorazione al tavolo al chiuso,

feste e cerimonie pubbliche (per i matrimoni basta invece il tampone),

discoteche.

Estensioni Green Pass

Da lunedì 6 dicembre, il green pass semplice viene esteso a nuovi ambiti oltre a quelli già previsti. In particolare:

  • lavorare in presenza,
  • mezzi di trasporto e mezzi pubblici,
  • alberghi, e ristoranti degli alberghi per i clienti che soggiornano nella struttura,
  • palestre e sport al chiuso, spogliatoi e docce.

Attenzione: le regole appena esposte valgono per tutti coloro che hanno almeno 12 anni, mentre i bambini che non hanno ancora compiuto questa età non hanno alcun obbligo, così come anche i soggetti che sono esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica.

Le restrizioni in zona gialla

Per le attività sopra riportate, ci vuole sempre il Super Green Pass (anche dopo il 15 gennaio), se ci si trova in una zona gialla o arancione. Inoltre, scatta anche la mascherina all’aperto.

Durata dei Green Pass

Chi effettua il vaccino, tanto dopo la seconda o dopo la terza dose di vaccino (o unica dose per i guariti) avrà una Certificazione con durata 9 mesi (quelle già rilasciate nei mesi scorsi, saranno aggiornate in automatico alla nuova validità ridotta il giorno 15 dicembre 2021).

Il Pass semplice a seguito di guarigione dura invece i consueti 6 mesi.

I Green Pass dopo un tampone durano 72 ore per quelli molecolari e 48 ore per quelli rapidi. Si può continuare a farne uso come in precedenza per andare a lavoro e fare compere, oppure per viaggiare e prendere mezzi pubblici, mentre non bastano più per le attività “sociali”.

Lo scopo è quello di evitare nuove chiusure in caso di passaggio in zona gialla o arancione, limitando le restrizioni ai soggetti più a rischio perché non vaccinati.

Controlli

Il rispetto delle nuove disposizioni «finalizzate al contenimento della pandemia è la vera chiave per rafforzare le primarie esigenze di tutela della salute pubblica e per non vanificare gli sforzi già compiuti in tale direzione», si legge nella Circolare del Viminale, che fornisce indicazioni specifiche ai prefetti sui controlli delle certificazioni Covid.

In generale, vanno previsti tavoli tecnici con i Questori, che consentano la necessaria armonizzazione della diverse attività di controllo. Viene posto l’accento sulla necessità di intensificare i controlli nelle zone particolarmente affollate, nei fine settimane, nei giorni delle festività natalizie e di fine anno.

Nei ristoranti, bar e locali, l’indicazione del ministero è di utilizzare i vigili, con un’attenta pianificazione che non si sovrapponga ai normali controlli di Guardia di Finanza e altre forze di polizia. Ricordiamo che per i controlli del green pass si utilizza la app VerificaC19, che è stata aggiornata per controllare anche il Super Green Pass.

Sui mezzi pubblici vengono effettuati da polizia, carabinieri e vigili urbani, oltre che dal personale delle aziende di trasporto (controllori e addetti). Le verifiche non devono compromettere però le esigenze di fluidità del servizio, soprattutto per scongiurare assembramenti e problemi di ordine pubblico, da qui la consapevolezza che in sostanza saranno svolti a campione. Per i trasgressori sono previste multe fino a mille euro.

 

giovedì 2 dicembre 2021

News - CLAAI Assimprese

 

Contributi a fondo perduto attività chiuse, domande al via

da PMI.it

Dal 2 al 21 dicembre, discoteche e altre imprese chiuse per Covid possono chiedere il contributo a fondo perduto del Sostegni bis: istruzioni online.

Le discoteche e le altre imprese che hanno dovuto sospendere l’attività per almeno 100 giorni fra il primo gennaio e il 25 luglio 2021 possono chiedere il contributo a fondo perduto previsto dal decreto Sostegni bis presentando domanda dal 2 al 21 dicembre. L’Agenzia delle Entrate ha predisposto moduli e procedure, indicate nel provvedimento del 29 novembre 2021 in attuazione dell’articolo 2 del decreto 73/2021, su cui è intervenuto poi il DM Sviluppo Economico del 9 settembre scorso, che ha fissato criteri precisi e individuato le attività aventi diritto.

Il ristoro può arrivare a 25mila euro, a cui si aggiunge una somma che va dai 3mila ai 12mila euro, a seconda dei ricavi. Spetta alle discoteche, e ad altre attività economiche, elencate nell’allegato al decreto sopra citato (cinema, teatri, musei, convegni, palestre) che, per effetto delle misure anti Covid, sono rimaste chiuse per almeno cento giorni nel primo semestre 2021.

La domanda si presenta online, utilizzando l’apposito modello approvato dalle Entrate, che mette a disposizione anche un software gratuito. Può essere trasmessa direttamente dal richiedente, oppure tramite intermediario. Bisogna inviarla dal 2 al 21 dicembre 2021: nell’arco di questo periodo è possibile presentare una nuova domanda per correggere eventuali errori. Il Fisco effettua controlli successivamente, dopo la chiusura dei termini di presentazione. A quel punto, prima vengono divise le risorse fino a un massimo di 25mila euro per ciascun richiedente e poi le eventuali rimanenze vengono distribuite in base al fatturato, nel seguente modo.

  • Attività con ricavi e compensi fino a 400mila euro: contributo di 3mila euro;
  • Attività con ricavi fra 400mila e 1 milione di euro: 7mila 500 euro;
  • Attività con ricavi sopra il milione di euro: 12mila euro.

Se quest’ultima riparto non è possibile perché le risorse non bastano, viene previsto un minimo di 3mila euro per ciascun beneficiario, e si aggiunge poi una somma alle imprese che avrebbero diritto a un contributo superiore, rapportato alle risorse ancora disponibili. Il contributo viene versato direttamente sul conto corrente (bisogna indicare l’IBAN nell’istanza). Nell’area riservata del portale Fatture e Corrispettivi viene inviata apposita comunicazione nella sezione dedicata ai contributi a fondo perduto.