mercoledì 30 marzo 2011

Confartigianato: puntare sulla formazione del “saper fare” !


il Punto.....
di Ivan Simeone
Direttore "Confartigianato Imprese Latina"


Si è conclusa la seconda esperienza del corso per “allievi Maestri d’Ascia”, con la Fondazione Roma, terzo settore. Meno politichese e più concretezza.


Nei giorni scorsi si è concluso il secondo corso per “allievi Maestri d’Ascia”, l’iniziativa portata avanti dalla “Confartigianato” di Latina, grazie al determinante supporto della Fondazione Roma – Terzo settore-, iniziativa che ha visto la partecipazione della Camera di Commercio, il Comune di Gaeta e il supporto del centro OESCMI di Gaeta. Lo scopo è stato quello di informare e formare alcuni giovani e avvicinarli concretamente all’attività professionale dei Maestri d’Ascia, l’antica attività artigianale che, ancora oggi, è da ritenersi fondamentale per la costruzione di imbarcazioni. Questa attività formativa si è caratterizzata da una continua sinergia tra l’attività formativa d’aula e quella pratica presso un cantiere navale di Gaeta. Una piccola cosa, certamente, ma che dimostra come si possa fare attività formativa tenendola strettamente legata all’attività pratica. E’ in quest’ottica che dobbiamo cercare di muoverci.

Confartigianato, con il supporto della Fondazione Roma Terzo settore, ha voluto aprire una finestra su un settore, quello “dell’artigianato del mare” che potrebbe, se ben supportato, divenire un punto focale per l’occupazione di giovani della nostra provincia. Il tutto si va ad unire al comparto della cantieristica navale che è ben presente nel sud pontino.

Oggi, la nostra provincia, può andare fiera per la quantità e la qualità di Imbarcazioni prodotte sul nostro territorio e, proprio per il gran numero di attività operanti, vi è l’esigenza di reperire personale veramente specializzato. Oggi i tuttologi del fare non hanno più spazio e bisogna perfezionarsi e specializzarsi.

Il dibattito sulla “formazione” ci porterebbe certamente lontano.

Confartigianato, da tempo, sta puntando e sostenendo una politica che guardi ad una vera “formazione del saper fare”; puntare a creare quelle condizioni di conoscenze tecniche, affinchè il giovane possa poi relazionarsi propositivamente con l’impresa.

Dovremmo ragionare sul rapporto tra Istituzioni locali e categorie produttive, ma uno degli aspetti certamente non secondari è la politica formativa nonché quella che possiamo definire una corretta educazione all’impresa da parte dei giovani che vogliono affacciarsi a questo mondo entusiasmante e forse un tantino scomodo.

La partita che si sta oggi giocando è unica: impresa e lavoratori; associazioni datoriali e organizzazioni sindacali dei lavoratori….insieme la sfida si potrà vincere.

Mai come oggi, l’ Associazione, il “soggetto intermedio”, è fondamentale.

L’ Associazione, ci ricorda Luigi Giussani, è il luogo dove l’uomo cerca di sostenere la sua debolezza, la debolezza con cui vuole il bene per se e per i propri figli, mettendosi insieme ad altri. La libertà di associazione, continua Giussani, pare il segno più grande della libertà reale…e l’impresa è fatta da uomini, l’artigianato è fatto da imprenditori e dalle loro famiglie….

Oggi l’Associazione può essere il “luogo privilegiato” per camminare insieme e cercare nuove risposte alle esigenze reali della propria attività, della propria azienda.

L’ Associazione deve essere il luogo dove si può dare un senso diverso al lavoro quotidiano.

Alla base di servizi, vi deve essere un “rapporto amicale” tra gli operatori che poi è la marcia in più di cui oggi la nostra comunità economica necessita.

In Confartigianato da tempo stiamo lavorando in quest’ambito, guardando alla formazione non come ad un semplice “attestato” da consegnare, ma come strumento di prevenzione e di maturazione dell’impresa stessa.

Nell’ambito formativo bisogna dare spazio ai professionisti del settore, e lasciare da parte il politichese. Bisogna fare rete (vera !) e sviluppare quelle azioni sinergiche che poi portano ricadute positive tra i nostri operatori ed i nostri giovani. La formazione non può essere una torre d’avorio auto referenziata, ma deve avere un costante rapporto con i fabbisogni reali del territorio.

Confartigianato sta oggi puntando su quattro aree di intervento formativo: l’attività finanziata, con la partecipazione a importanti progetti di respiro regionale, nazionale e fondi sociali europei; la formazione per la prevenzione in ambito di sicurezza (ex 626, corsi per addetti al primo soccorso e antincendio, HACCP, PIMUS…); la formazione continua con il FART, il Fondo per l’artigianato; attività di aggiornamento professionale per singoli settori e categorie produttive.

Questi impegni, queste attività di servizio hanno un unico denominatore: l’uomo, l’imprenditore e lo sviluppo dell’impresa.

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