Stretta sull’uso dei contanti dall’1 luglio.
E’ corretto tutto ciò ?
Riprendiamo
la nota informativa della CLAAI Unione Artigiani di Milano, circa l’utilizzo
del contante dal prossimo 1 luglio.
Recepiamo
la norma così come è ma non possiamo esimerci da dare un giudizio critico.
Non
è certamente in questo modo che si va ad arginare l’azione degli evasori
fiscali ma sembra più una “democratica e impercettibile dittatura fiscale”. Non
saranno più accettati neanche i “regali” tra familiari ma tutto dovrà essere
tracciato. Certamente chi ne andrà a giovare è il sistema bancario.
Per rilanciare la nostra
economia abbiamo necessità di maggiore “libertà” di investimento e di
circolazione del denaro. Qui si sta andando nella direzione opposta.
Ivan Simeone
Nuovo “giro di vite”
sulla diffusione del contante, anche per i prestiti in famiglia. Dal 1°
luglio ci sono novità sui pagamenti in contanti. Come previsto dalla legge
n°157 del 19 dicembre 2019, il limite massimo per saldare i pagamenti
con le banconote di carta verrà gradualmente abbassato. Le date da segnarsi sul
calendario sono il 1° luglio 2020 e il 1° gennaio 2022. Vediamo cosa cambierà
nel dettaglio.
·
Dal 1° luglio il limite massimo per i pagamenti in contanti scenderà da
3mila a 2mila euro (in sostanza non si potrà oltrepassare la soglia dei
1999,99 euro).
·
Dal 1° gennaio del 2022 ci sarà un secondo step che porterà il limite del
pagamento in contanti a mille euro, o meglio a 999,99.
Le nuove norme
valgono sia per chi effettua il pagamento che per chi riceve il denaro. Non
saranno ammessi neppure prestiti o regali cash tra familiari superiore
alle somme indicate sopra: tutto dovrà essere tracciato. Diverso il discorso
per i versamenti e i prelievi fatti sul proprio conto corrente: non essendoci
trasferimento di denaro nei confronti di un altro soggetto non sono soggetti ai
divieti.
Dal 1° luglio dunque per
effettuare pagamenti pari o superiori a duemila euro bisognerà usare
strumenti tracciabili come bonifici, assegni, bancomat o carte di credito.
In realtà non si tratta di una novità assoluta, dal momento che il governo
aveva già introdotto il tetto di mille euro per i pagamenti, ma la norma era
poi stata modificata dall’esecutivo guidato da Renzi nel 2016.
La ratio della legge è
ovviamente di impedire agli evasori di utlizzare il denaro sottratto al fisco
per fare acquisti esosi. La tracciabilità insomma è una garanzia per chi paga
le tasse, anche se nel nostro Paese i pagamenti elettronici non hanno mai
riscosso un grande successo. Le cose tuttavia sembrano destinate a cambiare, se
non altro per le spese più importanti.
Chi non rispetterà i nuovi limiti va
infatti incontro a pesanti sanzioni. “Per le violazioni commesse e
contestate dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021“, si legge nel testo del
decreto, il minimo edittale “è fissato a 2.000 euro. Per le violazioni
commesse e contestate a decorrere dal 1° gennaio 2022, il minimo edittale,
applicabile ai sensi del comma 1, è fissato a 1.000 euro“. Le multe sono
ovviamente commisurate all’entità dell’infrazione commessa: sotto i 250mila
euro, le parti contraenti potrebbero dover pagare anche 50mila euro per
operazione.
Nessun commento:
Posta un commento