Rilevazione di Confartigianato sulle attività che resistono
Artigiani
anti-crisi: 352.000 imprese in ICT, alimentare, green economy,
+ 1,9% in un anno
(da Ufficio Studi Confartigianato nazionale)
Creatività e
ingegno made in Italy non si arrendono alla crisi. Pur tra mille difficoltà,
c’è un piccolo ‘esercito’ di 351.566
imprese artigiane (pari al 24,3%
del totale di 1.448.867 aziende artigiane)
che, nell’ultimo anno, hanno fatto registrare un trend positivo, con una
crescita dell’1,96%.
Ai primi
posti per tasso di sviluppo imprenditoriale vi sono le attività legate all’information technology, alla green economy, alle riparazioni, all’alimentare.
La classifica delle attività anti-crisi
è stata stilata dall’Ufficio studi
Confartigianato che ha rilevato i
settori nei quali, da giugno 2011 a
giugno 2012, si è registrata la maggiore
crescita del numero di aziende artigiane.
Resiste l'information &
communication technology dove,
nell’ultimo anno, sono nate 760 aziende (+6,4%) che fanno salire a 4.915
le imprese artigiane impegnate nella produzione di software, consulenza informatica,
installazione e manutenzione di apparecchiature.
La coscienza ecologista si fa largo nelle
abitudini dei nostri connazionali e si afferma come ‘motore’ di iniziative
imprenditoriali: negli ultimi 12 mesi sono nate 5.029 imprese che portano a 37.714
le attività artigiane della green economy, con un aumento del 5,6%.
Secondo la rilevazione di Confartigianato
sono cresciute anche le imprese
‘verdi’ che si occupano di creazione e
manutenzione di spazi verdi e utilizzo aree forestali. In questa nicchia
produttiva, che conta 3.652 aziende artigiane, nell’ultimo anno sono state create 320 imprese (+1,7%).
La crisi fa crescere il partito di quelli
che ‘riparare conviene’, una tendenza che ha fatto nascere 2.404 imprese (+4,1%), portando
a 18.178 il numero delle aziende che
si occupa di riparazione, manutenzione
e installazione di macchine e apparecchiature.
Gli italiani non rinunciano al buon cibo e
così nella ristorazione operano 49.238 imprese (6.104 nuove aziende, pari
a +2,2%, tra giugno 2011 e giugno
2012) e nella produzione alimentare sono attive 39.114
aziende (2.440 nuove imprese, +0,85%
nell’ultimo anno).
In
recupero anche un tradizionale settore manifatturiero come la produzione di
articoli in pelle che ha visto nascere 1.390 aziende (+0,6%), portando
a 13.370 imprese il totale di queste attività.
Complessivamente,
nell’ultimo anno, le imprese artigiane hanno fatto registrare le migliori
performances in Liguria e Lazio con un tasso di crescita
rispettivamente dello 0,7% e dello 0,4%. Male invece in Sardegna
(- 2,5%) e in Veneto (-1,8%). A livello provinciale, il maggior
dinamismo imprenditoriale appartiene a Genova, dove gli artigiani sono
aumentati dell’1,52%, seguita da Macerata (+1,51%) e da Roma
(+0,82%). Al capo opposto della classifica, il calo maggiore si registra
a L’Aquila (-2,47%), Verbano-Cusio-Ossola (-2,52%) e Cremona
(-2,61%).
“I dati confermano – sottolinea Giorgio
Guerrini, presidente di Confartigianato – che, nonostante la crisi, gli
artigiani e, più in generale, i piccoli imprenditori hanno continuato a fare
tutto il possibile per sostenere l’economia. La nascita di tante aziende è un
segnale di vitalità che va incoraggiato. Adesso, in questo momento così
difficile, ci aspettiamo che anche gli altri, a cominciare ovviamente dal
Governo, facciano la loro parte, promuovendo le azioni necessarie per
rilanciare la crescita e sostenendo il tessuto produttivo delle Pmi italiane”.
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