Manovra Finanziaria 2011-2013: la norma definitiva punto per punto.
Pubblichiamo una nota di PMI.it, a cura di Barbara Weisz, sulla manovra finanziaria appena approvata. La nota è del 9 Settembre scorso. Il testo licenziato dalle Camere potrebbe aver subito ulteriori modifiche ma, l’impianto e i provvedimenti dovrebbero essere gli stessi.
Analisi della Manovra finanziaria bis 2011-2013 con testo definitivo, compresi maxi-emendamento e ddl costituzionali per la riforma delle Province e il pareggio di bilancio: cosa cambia per gli Italiani.
L'iter della manovra finanziaria bis
Il decreto, così come è stato votato nella manovra di Ferragosto dal Consiglio dei Ministri, è stato più volte rivisto. Alla fine, il Governo - in parte sotto la pressione dei mercati e delle istituzioni internazionali, sollecitato anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - ha messo a punto un maxi-emendamento alla manovra finanziaria bis, che ha presentato al Senato chiedendo, e ottenendo, la fiducia: Palazzo Madama ha approvato con 165 voti favorevoli, 141 contrari e tre astenuti.
I numeri della manovra finanziaria
Nella sua formulazione definitiva la manovra finanziaria bis vale 54,265 miliardi nel 2013 (dai 49,866 previsti dal testo del decreto del 13 agosto), e sale a 59,79 miliardi nel 2014. Il 2013 è l'anno in cui è fissato il pareggio di bilancio. In termini di impatto sul deficit, la manovra vale 4,342 miliardi nel 2012, 4,399 nel 2013 e 4,389 nel 2014. Per questo 2011 invece si "limita" a 700 milioni. Una buona parte del gettito arriverà dall'aumento dell'Iva al 21%.
Aumento IVA
L'aliquota IVA passa dall'attuale 20 al 21%: è stato uno dei provvedimenti più sofferti, più volte proposto e accontonato, non presente nell'ipotesi di formulazione iniziale (quando il Governo ha provato a mettere a punto un testo più concentrato sulla lotta all'evasione) ma reintrodotto in tutta fretta e diventato uno dei pilastri del provvedimento. L'inasprimento dell'imposta sul valore aggiunto riguarda quasi tutti i beni e i servizi. Sono esclusi: alimentari, prodotti editoriali, bar, ristoranti, alberghi e alcune operazioni di recupero edilizio. L'Iva italiana diventa così una delle più alte in Europa, dietro a Finlandia, 25%, Grecia e Portogallo, al 23% e al pari di Belgio e Irlanda. In termini di gettito, l'aumento dell'Iva vale intorno ai 4 miliardi ogni anno.
Contributo di solidarietà
Il contributo di solidarietà era stato previsto dalla manovra finanziaria di Ferragosto, poi sembrava destinato a saltare in fase di emendamenti e alla fine è stato inserito nel maxi-emendamento riveduto e corretto: scatta sulla parte eccedente i redditi oltre i 300mila euro nella misura del al 3% (precedentemente riguardava i redditi superiori ai 90mila euro con un prelievo del 5%, che saliva al 10% per la parte superiore ai 150mila euro). per gli stipendi dei dipendenti pubblici e per le pensioni d'oro restano in vigore i tagli previsti dalle versioni precedenti della manovra finanzia (quella dell'anno scorso per i dipendenti pubblici e quella di luglio per le pensioni). In entrambi i casi l'aliquota è del 5% sopra i 90mila euro e del 10% sopra i 150mila. Si calcola che il contributo di solidarietà, che si applica nel 2012 e nel 2013, riguardi una platea di circa 34mila contribuenti (il 53% dipendenti del settore privato, l'8,5% dipendenti pubblici e il 34% lavoratori autonomi), per un gettito intorno ai 200 milioni di euro.
Tagli su redditi e indennità dei parlamentari
Le indennità dei parlamentari vengono tagliate del 10% sopra i 90mila euro e del 20% oltre i 150mila euro, ma solo per tre anni: dal 2011 al 2013. Era invece previsto che il taglio fosse permanente. Ma non è l'unico sconto che i parlamentari si sono regalati: dal testo definitivo è sparita l'ipotesi di dimezzare le indennità di deputati e senatori che continuano anche a svolgere altri lavori. La norma severa sull'incompatibilità degli incarichi, infatti, è stata sostituita con una ben più leggera riduzione del 20% sopra i 90mila euro e del 40% sopra i 150mila sul reddito complessivo. Tra l'altro, la carica parlamentare non è più incompatibile con tutti gli altri incarichi pubblici ma solo con quelli in enti locali superiori ai 5mila abitanti e per le cariche non elettive. Tanto per dire, un deputato o un senatore può continuare a fare il sindaco di un piccolo comune o l'assessore in qualsiasi amministrazione locale.
TFR, tredicesima e festività
In tema di retribuzioni, vale la pena di sottolinea che sono saltate le norme che prevedevano il differimento della tredicesima per i dipendenti pubblici, che quindi resta salva. Resta invece lo slittamento di due anni del pagamento della liquidazione ai dipendenti pubblici che vanno in pensione anticipata. Infine, si salvano dall'accorpamento delle festività non religiose il primo maggio, il 25 aprile e il 2 giugno.
Riforma pensioni
Anche in tema di riforma delle pensioni, al termine di una girandola di proposte avanzate e rientrate, il testo finale della manovra finanziaria prevede l'anticipo al 2014 per l'entrata in vigore dei 65 anni per l'età pensionabile delle donne nel settore privato. Il provvedimento prevede degli scaglioni (a pieno regime nel 2026): si parte nel 2014 con l'aumento dell'età minima di un mese (quindi 60 anni e un mese), si procede con due mesi nel 2015, tre nel 2016 e così via fino al 2020, da quando invece gli scatti diventano semestrali. Questa norma ha effetto sul lungo periodo, ma non porta gettito in tempi brevi. I primi risparmi si realizzano nel 2014, per un totale di 112 milioni.
Contratti aziendali e licenziamenti
Una delle norme più contestate, contenuta nell'ormai famoso articolo 8 della manovra finanziaria, ed è stata confermata dal testo finale. Prevede che si possano stipulare contratti di lavoro aziendali, in deroga a quelli nazionali e alle leggi, anche in materia di licenziamenti. Questo significa che viene messo in discussione l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che tutela i dipendenti delle aziende con più di 15 dipendenti. La norma prevede che i contratti aziendali vadano controfirmati da sindacati rappresentativi a livello nazionale. Restano escluse dalla possibilità di deroga le donne in maternità. L'articolo 8 è stato, fra le altre cose, al centro della piattaforma dello sciopero generale indetto il 6 settembre dalla Cgil contro la manovra finanziaria bis. Il sindacato minaccia di ricorrere alla Corte Costituzionale.
Tagli al settore pubblico
Un capitolo molto caldo, che ad esempio prevede anche l'abolizione delle Province attraverso una legge costituzionale (così come è previsto di introdurre nella Costituzione l'obbligo del pareggio di bilaccio). Il CdM ha già votato favorevolmente per la modifica della Carta costituzionale in questo senso. I Ministeri dovranno ridurre la spesa di 6 miliardi nel 2012 e di altri 2,5 miliardi nel 2013. Sommando queste riduzione a quelle dei mesi e degli anni scorsi, la sforbiciata sarà pari a 11,5 miliardi nel 2012 e a oltre 7 miliardi nel 2013 e nel 2014. I tagli agli enti locali, di molto ridimensionati rispetto alla prima versione della manovra finanziaria, sono pari a 6 miliardi nel 2012 e 3,2 miliardi nel 2013. Sommati alle misure precedenti, le amministrazioni avranno 6,5 miliardi in meno nel 2012, 9 nel 2013 ed 11,4 nel 2014. Un pò di sollievo ai conti degli enti locali potrà arrivare dal gettito della Robin Hood Tax, che sarà loro destinato al 100%.
Le misure per le aziende
Sono sostanzialmente due quelle rilevanti. La prima è proprio la Robin Hood Tax, che si applica alle imprese del settore dell'Energia. Si tratta di un aumento IRES dal 6,5 al 10,5% e si applica anche alle società impegnate nella produzione di energie rinnovabili. Si prevede un gettito di 1,8 miliardi nel 2012 e di 900 milioni nei due anni successivi. La seconda novità riguarda le cooperative, alle quali vengono ridotte le agevolazioni (aumentano le tasse). Si riduce del 10% l'esclusione del reddito imponibile, che passa dal 55% al 65% per le cooperative di consumo e i consorzi e dal 30 al 40% per le altre cooperative. Per le cooperative a mutualità prevalente, per cui l'esclusione era al 100%, si passa al 90%.
Le misure anti-evasione
Una riformulazione della manovra finanziaria puntava sulla stretta all'evasione, ma le misure sono state poi mitigate. Inizialmente era stato previsto il carcere per chi evade più di 3 milioni di euro, poi è stato aggiunto che le manette scattano, sempre sopra questa cifra, solo nel caso in cui l'imposta evasa sia superiore al 30% del fatturato. In generale, comunque, c'è una stretta tributaria che abbassa le soglie di punibilità e aumenta i termini di prescrizione, fino a 15 anni da quando il reato è stato commesso. C'è quindi più tempo per perseguire chi commette questi reati. Vengono cancellate le attenuanti per fatture sulle operazioni inesistenti di importo superiore ai 150mila euro. Abbassate anche le soglie per la dichiarazione infedele, a 50mila euro, e per quella omessa, sempre per un'evasione pari almeno a 50mila euro. Contro l'evasione i Comuni avranno più potere e potranno tenersi il 100% del gettito recuperato. Infine è confermata la stretta sulle società di comodo, con un Ires maggiorata del 10%.
Il bonus bebè
Chi lo ha ricevuto indebitamente in base alla Finanziaria 2006 (famiglie sotto i 50mila euro) non rischia sanzioni penali e amministrative se restituisce i mille euro percepiti entro il termine di 90 giorni dal varo della manovra.
Le riforme della PA
E' previsto l'accorpamento degli enti previdenziali pubblici, per la formazione di una SuperInps. Entro l'anno prossimo sarà anche varata una riforma dell'assistenza (assegni di invalidità, pensioni di reversibilità) che dovrà portare a un taglio della spesa di 4 miliardi nel 2012, 12 nel 2013 e 20 miliardi nel 2014. Se la riforma non dovesse raggiungere questo obiettivo, scatterà un taglio lineare di tutte le agevolazioni fiscali. Infine, la norma sui piccoli comuni. Il testo del decreto di Ferrogosto prevedeva la soppressione di quelli sotto i mille abitanti, che invece restano ma vengono accorpati. Sparisce la giunta, avranno solo il sindaco e sei consiglieri.
Nessun commento:
Posta un commento